quinta-feira, 28 de março de 2013

terça-feira, 26 de março de 2013

Viaggio in Italia


Cari amici,
Franco dalla Romania scrive.
Da franco zi de zi

26.03.2013


Ciao Rinaldo,
Viaggio in Italia
Per otto giorni sono stato in Italia. Tantissime le persone incontrate in diverse città e sinceramente un po’ stupore per il grande affetto ricevuto (da dividersi con Padre Albano). Si sono aperti altri contatti per realizzare lavori nuovi e opere di beneficenza. 
Innanzi tutto ringrazio per l'ospitalità Maurizio e Francesca  Turano di Bergamo e Esterino e Graziella Ceria a Torino. Sono stato viziato e coccolato, non potevo chiedere di meglio sinceramente, sinceramente sono stato molto felice di questo ma anche un po’ imbarazzato. 
Ringrazio anche tutte le persone che sono venute al Sermig il giovedì sera per la serata dedicata a Baia a Mare. E' stato bello vedere tanta gente interessata veramente alle ns vicende, interessante il dibattito. Ho potuto conoscere tanti amici che ci sono vicini che non conoscevo, rivederne altri che ci sono sempre stati vicini. Io sono qua, al fronte come dice Padre Albano, ma il lavoro svolto da tanti altri, in modi diversi, è importantissimo e da Baia vi inviamo un grande grazie. 

Si sono aggiunti nuovi amici che aiutano la nostra missione.
Comunità San Zenone di San Zenone al Lambro diretta dalla Sig.ra Mara Bossi, contatto aperto dal ns Giuliano Castoldi . Ho avuto un bellissimo incontro con Mara. Gestisce molto bene questa comunità di recupero e trova anche il modo di aiutarci con aiuti di materiale ancora in ottimo stato, recuperato dopo una ristrutturazione e altre cose. Non so sinceramente dove abbia trovato il tempo ma è riuscita a organizzare una raccolta vestiti per noi a San Zenone, invito tutte le persone che volessero aiutarci e fossero nella zona a contattare lei.
marabossi@gmail.com. Grazie Mara

Giuseppe e Maria Grazia Lazzarotto per la verità ci aiutavano già da tempo ma con gli incontri di questi giorni hanno deciso di fare ancora di più con molteplici iniziative riguardanti la beneficenza attraverso la loro associazione  e alcuni lavori che potremmo intraprendere qui in Romania. Con Giuseppe si è creato un ottimo rapporto, ci segue e lo seguiamo ormai giornalmente.Io e Padre Albano lo ringraziamo di cuore per tutto l'impegno che ci mette per aiutarci. Faremo il possibile per non deluderlo.

Inoltre ho incontrato molti dei sostenitori storici di Padre Albano, ci siamo raccontati un pò di vicende riguardanti il ns “Padre” e abbiamo visto un pò la situazione aiuti. Fanno il possibile e l'impossibile per aiutarci da tempo, per loro un grazie particolare. 
Purtroppo è evidente che l'Italia è attanagliata da una grave crisi: meno tir sulle strade, poca gente nei negozi, imprenditori sani che lamentano un grande calo di ordini e di lavori immediati. Persone che hanno sempre fatto il loro dovere e sono state messe in cassa integrazione o hanno dovuto chiudere le loro attività. Meglio che anche qua in Romania ne siano coscienti: anche la più piccola risorsa va sfruttata per il meglio e nella giusta maniera. Bisogna fare ancor più attenzione ai materiali  e ai generi alimentari che vengono date per la ns missione (per non parlare dei vestiti). Con l'incessante aumento di "poveri" in Italia e con la forte diminuzione delle donazioni si potrebbe creare una forte contrazione per l'estero. Quindi bisogna fare di necessità virtù e moltiplicare gli sforzi qua a Baia. 

Romania
Al mio ritorno ho trovato più o meno le cose che avevo lasciato. Ho notato con piacere che la legna ha continuato sulla strada avviata un po di mesi fa.
Ormai Giuliano è una garanzia sotto questo aspetto. Posto di lavoro in ordine, conti a posto. Inoltre ci fa piacere aver recuperato alcuni clienti che hanno incrementato i ns ordini per l'estate. Abbiamo una squadra di lavoro che ci segue, adesso andremo a migliorare anche se tanto è già stato fatto.  Purtroppo il maltempo ha impedito la lavorazione per l'intera settimana ma i risultati sono soddisfacenti. Per la verità anche altri altri settori hanno risposto molto bene alle assenze mie e di Padre Albano, segno che la buona volontà e la serietà (come ho sempre sostenuto) esistono anche qua. In qualche cosa pecchiamo ancora per diverse cause, non tutte riconducibili a noi. Vediamo di provvedere al più presto anche se non è così facile per qualcuno capire certi ruoli e certe necessità, soprattutto distinguere il termine beneficiario da lavoratore.

Altra buona notizia che mercoledì abbiamo aperto finalmente l'azienda che distribuirà i pannelli coibentati Isolpack  qua in Romania. Il tutto è stato possibile grazie al grande aiuto di Esterino Ceria, senza di lui mai avremmo potuto avere questa grande possibilità. Per noi è una ottima occasione, ci stiamo organizzando da tempo sotto quest'aspetto. 
Per proseguire con le buone notizie (poi sono finite  …!!!) abbiamo ricevuto la visita di Umberto e  Antonella Albarosa accompagnati da Fabrizio. Abbiamo passato una bella serata per concentrarci la mattina dopo sulle visite alle ns case e attività. Sono usciti progetti e collaborazioni interessanti per l'immediato e per il futuro. Inoltre avere a che fare con persone come loro di fa dimenticare per un pò i problemi. Siamo rimasti entrambi soddisfatti della visita, speriamo di poterli ospitare per un lasso di tempo maggiore.

E' venuto a Trovarci anche Maurizio da Bergamo (per la verità ho insistito un pò perchè salisse). Meno male che si ferma solo 4 giorni altrimenti l'obesità divampava. Che bravo cuoco!!   Oltre a questo pregio Maurizio ne ha anche tanti altri. Ci aiuta da tempo anche lui e adesso abbiamo messo in essere una forma di collaborazione, speriamo che dia i frutti sperati.
E' bello vedere che tante persone vengono a trovarci, so di sicuro che tante altre verrebbero su per un po, attendono solo un po di conferme da parte mia. Cerchiamo anche di migliorare l'aspetto ospitalità ma per questo ci vorrà ancora un po di tempo.


Oggi niente notizie su donazie e beneficiari.
Alle 15 abbiamo una messa qui a Ferneziu dedicata a Gabi,ragazzo di 18 anni che frequentava la centrale.
E’ mancato la settimana scorsa per circostanze non ancora chiarite. Era un ragazzo della centrale, inutile nascondere l'amarezza che regna in noi, specialmente i volontari più anziani e Padre Albano. Ho assistito al suo funerale (ero appena rientrato, neanche il tempo di scaricare i bagagli) tenuto da Padre Albano (rientrato in tutta fretta). Lo sconforto degli altri ragazzi era evidente, la rabbia di padre Albano pure. Non la rassegnazione. Speriamo tutti di fare meglio anche per loro e nonostante mille difficoltà ci poniamo costantemente interrogativi sul cosa e come affrontare certe situazioni. Se volete vedere i pensieri di padre Albano potrete visionarli si Facebook

Idee
Nel recente viaggio ho sentito vari suggerimenti e idee che si potrebbero applicare al di fuori in Baia Mare. Potrebbe essere che nel breve faccio un giro per verificare se alcuni progetti siano applicabili, se le varie comunità siano interessate. Insomma se possiamo migliorare tutti quanti e creare altre sinergie. Non mi sono montato la testa, state tranquilli, ma mi dispiacerebbe perdere opportunità sia per le aziende italiane sia per le nostre comunità. 

Una buona settimana da Baia Mare e grazie a tutti
Franco

sexta-feira, 22 de março de 2013

Gli Usa verso l'addio al petrolio


 Entro il 2050 si raggiungerà l'indipendenza energetica


Alla fine il grande cambio di direzione sembra esser stato intrapreso. L’America ha deciso di voltare pagina, facendo a meno del petrolio come carburante per la loro mobilità su strada entro il 2050. La decisione porterà ad un taglio dei gas effetto serra che si aggira attorno all’80%. Mancano ancora molti anni al 2050, ma il Dipartimento dell'energia degli Stati Uniti sembra aver fissato un calendario ben preciso, che fissa tempi e obiettivi. Il combustibile fossile, stando alle fonti vicine all’amministrazione Obama, potrebbe persino scomparire dal settore dei trasporti. Secondo il rapporto stilato dal governo entro i prossimi 40 anni circa sette veicoli su otto venduti in California potrebbero essere a zero emissioni.

L’Europa si trova un passo avanti agli Usa - Il Vecchio Continente, una volta tanto, non è il fanalino di coda. In Europa, entro il 2050, molti centri urbani dovranno essere a emissioni zero. La svolta sarà possibile grazie alle nuove tecnologie che hanno implementato i trasporti basati su elettricità e idrogeno, ma anche ai nuovi biocarburanti. A spingere ulteriormente il mondo verso un futuro “green”, le sempre più pesanti “tasse sul carbonio”, che colpiscono i veicoli tradizionali, e gli incentivi per il trasporto elettrico.
I combustibili liquidi non sono comunque destinati a scomparire - A detta degli esperti l’utilizzo dei carburanti liquidi (biocarburanti) è destinato comunque ad aumentare esponenzialmente. Alcuni settori, infatti, non potranno puntare su elettricità e idrogeno. Tra questi, uno di quelli che ha un peso importante a livello globale, è quello del trasporto aereo. Il mercato dei carburanti per aviazione prevede l’uso del 50% di biodiesel, già in uso su alcune tratte tra Europa e Stati Uniti.

Nel 2050 solo “una mezza indipendenza” dal petrolio - Se da una parte in tanti sognano il momento in cui il mondo spezzerà le catene della schiavitù dal petrolio, dall’altra c’è chi ritiene tali previsioni estremamente ottimistiche. Secondo alcuni analisti indipendenti, infatti, le tabelle di marcia del Dipartimento dell'energia degli Stati Uniti non hanno preso in considerazione l’inevitabile aumento del trasporto aereo, come neppure quello dei camion e delle navi. Questi fattori renderanno difficile il raggiungimento dell’ambizioso obiettivo. Nel 2050 il mondo non si sarà dunque liberato del petrolio ma al massimo, grazie a tecnologie ancora non disponibili, si potrà sperare in un drastico calo dei consumi stimabile attorno al 50%.


22 marzo 2013
Redazione Tiscali

Cocaina: ecco come danneggia il cervello


L'abuso di questa droga determina un deficit di D-serina, indispensabile per una corretta comunicazione tra i
neuroni

MILANO - La cocaina danneggia il nostro cervello: una nuova dimostrazione di questo arriva da uno studio italiano, compiuto da studiosi dell'Università Cattolica di Roma e dell'Università degli Studi dell'Insubria di Varese e pubblicato sulla rivista Brain. La ricerca, coordinata da Marcello D'Ascenzo e Claudio Grassi dell'Istituto di Fisiologia Umana della Cattolica, è stata finanziata dall'Istituto italiano di tecnologia.

D-SERINA - I ricercatori hanno scoperto che tra i meccanismi cerebrali vengono alterati dall'abuso di cocaina ce n'è uno che riguarda la plasticità sinaptica, ovvero la capacità dei neuroni di modificare l'efficienza della trasmissione sinaptica (ovvero la "comunicazione" tra neuroni). Tale alterazione è dovuta alla diminuzione della concentrazione di una piccola molecola, la D-serina, un enantiomero dalla struttura simile all'amminoacido L-serina. «Abbiamo dimostrato che l'abuso cronico di cocaina induce, nei ratti, una diminuzione della concentrazione di D-serina nel nucleus accumbens, un nucleo cerebrale coinvolto nei fenomeni di dipendenza da sostanze psicostimolanti - spiega D'Ascenzo -. Tale deficit molecolare determina, in questa area cerebrale, una ridotta capacità dei neuroni di modificare l'efficienza della trasmissione sinaptica (plasticità sinaptica) che è alla base delle alterazioni comportamentali
indotte dalla cocaina».

LO STUDIO - I ricercatori hanno iniettato cocaina nei ratti per cinque giorni e hanno poi studiato i loro
comportamenti: gli animali hanno mostrato un aumento progressivo e permanente dell'attività motoria e del
livello di eccitazione, che la cocaina causa anche negli esseri umani. Alcuni ratti sono stati trattati anche con
D-serina (iniettata insieme alla cocaina): in questi ultimi esemplari non si è vista l'aumentata attività motoria.
Gli autori dello studio sottolineano che non si può ancora pensare a un utilizzo terapeutico della D-serina
contro la dipendenza da cocaina - anche perché nel lavoro non sono stati presi in considerazione gli effetti
psicologici di questa droga (non valutabili nei ratti), ma solo quelli motori - e si augurano di poter proseguire
la ricerca con studi clinici sull'uomo. Anche perché, spiegano, vanno valutati con attenzione i possibili effetti
collaterali di una eventuale terapia a base di D-serina.

Laura Cuppini
lcuppini@rcs.it

Fonte Corriere della Sera
22 marzo 2013 | 14:47

terça-feira, 19 de março de 2013

OMELIA DI PAPA FRANCESCO IL 19 MARZO 2013


È forte!
mi sembra che non sia vero!
credo che aiuterà tanta gente ad andare in paradiso: a portare il paradiso in terra...
...peccato che tanta gente se ne sia andata in cielo prima di conoscerlo!
quindi...
abbiamo un grande responsabilità, un grande dono... 
da CUSTODIRE!!!

rinaldo


OMELIA DI PAPA FRANCESCO IL 19 MARZO 2013
GIORNO DELLA SUA “INTRONIZZAZIONE” A PAPA

Cari fratelli e sorelle!
Ringrazio il Signore di poter celebrare questa Santa Messa di inizio del ministero petrino nella solennità di San Giuseppe, sposo della Vergine Maria e patrono della Chiesa universale: è una coincidenza molto ricca
di significato, ed è anche l’onomastico del mio venerato Predecessore: gli siamo vicini con la preghiera,
piena di affetto e di riconoscenza.
Con affetto saluto i Fratelli Cardinali e Vescovi, i sacerdoti, i diaconi, i religiosi e le religiose e tutti i fedeli
laici. Ringrazio per la loro presenza i Rappresentanti delle altre Chiese e Comunità ecclesiali, come pure i
rappresentanti della comunità ebraica e di altre comunità religiose. Rivolgo il mio cordiale saluto ai Capi di
Stato e di Governo, alle Delegazioni ufficiali di tanti Paesi del mondo e al Corpo Diplomatico.

Abbiamo ascoltato nel Vangelo che «Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’Angelo del Signore e prese
con sé la sua sposa» (Mt 1,24). In queste parole è già racchiusa la missione che Dio affida a Giuseppe,
quella di essere custos, custode. Custode di chi? Di Maria e di Gesù; ma è una custodia che si estende poi
alla Chiesa, come ha sottolineato il beato Giovanni Paolo II.
Così: «San Giuseppe, come ebbe amorevole cura di Maria e si dedicò con gioioso impegno all’educazione
di Gesù Cristo, così custodisce e protegge il suo mistico corpo, la Chiesa, di cui la Vergine Santa è figura e
modello» (Esort. ap. Redemptoris Custos, 1).

Come esercita Giuseppe questa custodia? Con discrezione, con umiltà, nel silenzio, ma con una presenza
costante e una fedeltà totale, anche quando non comprende. Dal matrimonio con Maria fino all’episodio di
Gesù dodicenne nel Tempio di Gerusalemme, accompagna con premura e con amore ogni momento. E’ accanto a Maria sua sposa nei momenti sereni e in quelli difficili della vita, nel viaggio a Betlemme per il
censimento e nelle ore trepidanti e gioiose del parto; nel momento drammatico della fuga in Egitto e nella
ricerca affannosa del figlio al Tempio; e poi nella quotidianità della casa di Nazaret, nel laboratorio dove ha
insegnato il mestiere a Gesù.

Come vive Giuseppe la sua vocazione di custode di Maria, di Gesù, della Chiesa? Nella costante attenzione a Dio, aperto ai suoi segni, disponibile al suo progetto, non tanto al proprio; ed è quello che Dio chiede a Davide, come abbiamo ascoltato nella prima Lettura: Dio non desidera una casa costruita dall’uomo, ma desidera la fedeltà alla sua Parola, al suo disegno; ed è Dio stesso che costruisce la casa, ma di pietre vive segnate dal suo Spirito. E Giuseppe è “custode”, perché sa ascoltare Dio, si lascia guidare dalla sua volontà, e proprio per questo è ancora più sensibile alle persone che gli sono affidate, sa leggere con realismo gli avvenimenti, è attento a ciò che lo circonda, e sa prendere le decisioni più sagge. In lui cari amici, vediamo come si risponde alla vocazione di Dio, con disponibilità, con prontezza, ma vediamo anche qual è il centro della vocazione cristiana: Cristo! Custodiamo Cristo nella nostra vita, per custodire gli altri, per custodire il creato!

La vocazione del custodire, però, non riguarda solamente noi cristiani, ha una dimensione che precede e che è semplicemente umana, riguarda tutti.

E’ il custodire l’intero creato, la bellezza del creato, come ci viene detto nel Libro della Genesi e come ci ha
mostrato san Francesco d’Assisi: è l’avere rispetto per ogni creatura di Dio e per l’ambiente in cui viviamo.
E’ il custodire la gente, l’aver cura di tutti, di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi,
di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore.
E’ l’aver cura l’uno dell’altro nella famiglia: i coniugi si custodiscono reciprocamente, poi come genitori si
prendono cura dei figli, e col tempo anche i figli diventano custodi dei genitori.
E’ il vivere con sincerità le amicizie, che sono un reciproco custodirsi nella confidenza, nel rispetto e nel
bene. In fondo, tutto è affidato alla custodia dell’uomo, ed è una responsabilità che ci riguarda tutti. Siate custodi dei doni di Dio!

E quando l’uomo viene meno a questa responsabilità, di custodire, quando non ci prendiamo cura del creato
e dei fratelli, allora trova spazio la distruzione e il cuore inaridisce. In ogni epoca della storia, purtroppo, ci
sono degli “Erode” che tramano disegni di morte, distruggono e deturpano il volto dell’uomo e della donna.

Vorrei chiedere, per favore, a tutti coloro che occupano ruoli di responsabilità in ambito economico, politico
o sociale, a tutti gli uomini e le donne di buona volontà: siamo “custodi” della creazione, del disegno di Dio iscritto nella natura, custodi dell’altro, dell’ambiente; non lasciamo che segni di distruzione e di morte
accompagnino il cammino di questo nostro mondo! Ma per “custodire” dobbiamo anche avere cura di noi
stessi!

Ricordiamo che l’odio, l’invidia, la superbia sporcano la vita! Custodire vuol dire allora vigilare sui nostri
sentimenti, sul nostro cuore, perché è da lì che escono le intenzioni buone e cattive: quelle che costruiscono
e quelle che distruggono! Non dobbiamo avere paura della bontà, anzi neanche della tenerezza!
E qui aggiungo, allora, un’ulteriore annotazione: il prendersi cura, il custodire chiede bontà, chiede di essere
vissuto con tenerezza. Nei Vangeli, san Giuseppe appare come un uomo forte, coraggioso, lavoratore,
ma nel suo animo emerge una grande tenerezza, che non è la virtù del debole, anzi, al contrario, denota
fortezza d’animo e capacità di attenzione, di compassione, di vera apertura all’altro, capacità di amore. Non
dobbiamo avere timore della bontà, della tenerezza!

Oggi, insieme con la festa di san Giuseppe, celebriamo l’inizio del ministero del nuovo Vescovo di Roma,
Successore di Pietro, che comporta anche un potere. Certo, Gesù Cristo ha dato un potere a Pietro, ma di
quale potere si tratta?
Alla triplice domanda di Gesù a Pietro sull’amore, segue il triplice invito: pasci i miei agnelli, pasci le mie
pecorelle. Non dimentichiamo mai che il vero potere è il servizio e che anche il Papa per esercitare il potere deve entrare sempre più in quel servizio che ha il suo vertice luminoso sulla Croce; (applausi) deve guardare al servizio umile, concreto, ricco di fede, di san Giuseppe e come lui aprire le braccia per custodire tutto il Popolo di Dio e accogliere con affetto e tenerezza l’intera umanità, specie i più poveri, i più deboli, i più piccoli, quelli che Matteo descrive nel giudizio finale sulla carità: chi ha fame, sete, è straniero, nudo, malato, in carcere (cfr Mt 25,31-46). Solo chi serve con amore sa custodire!

Nella seconda Lettura, san Paolo parla di Abramo, il quale «credette, saldo nella speranza contro ogni
speranza» (Rm 4,18). Saldo nella speranza, contro ogni speranza! Anche oggi davanti a tanti tratti di cielo
grigio, abbiamo bisogno di vedere la luce della speranza e di dare noi stessi la speranza. Custodire il creato,
ogni uomo ed ogni donna, con uno sguardo di tenerezza e amore, è aprire l’orizzonte della speranza, è
aprire uno squarcio di luce in mezzo a tante nubi, è portare il calore della speranza!
E per il credente, per noi cristiani, come Abramo, come san Giuseppe, la speranza che portiamo ha
l’orizzonte di Dio che ci è stato aperto in Cristo, è fondata sulla roccia che è Dio.

Custodire Gesù con Maria, custodire l’intera creazione, custodire ogni persona, specie la più povera,
custodire noi stessi: ecco un servizio che il Vescovo di Roma è chiamato a compiere, ma a cui tutti siamo
chiamati per far risplendere la stella della speranza: Custodiamo con amore ciò che Dio ci ha donato!
Chiedo l’intercessione della Vergine Maria, di san Giuseppe, dei santi Pietro e Paolo, di san Francesco,
affinché lo Spirito Santo accompagni il mio ministero, e a voi tutti dico: pregate per me!
Amen.

segunda-feira, 18 de março de 2013

Brainstorming - Allevamento pesci in vasche fuori suolo ai salesiani di Cumiana


Cari amici,
vi invio un foglio, pre-progetto, tipo brainstorming, circa l'allevamenrto sperimentale di pesci che intendiamo realizzare a cavallo di Pasqua 2013 a Cumiana al villaggio globale Sermig.
Nella foto si vede cosa abbiamo fatto ieri con il gruppo di Carmagnola.

Vi prego di dare tutti una mano oggettivando cio' che bisogna fare, potete dare e fare.

... non solo per chi rivolgo domande specifiche....

Grazie, come sempre per la collaborazione
rinaldo



Necessità per i campi di lavoro di Cumiana

Cari amici, 
anche quest'anno a Pasqua saranno presenti a Cumiana ragazzi per campi formativi, tra cui è previsto il lavoro manuale. 
Servirebbero per: 

- scavare trincee per progetto pesci 
- dissodare prato per sistemazione orti 
- attività architettura ProRom 

Pale, zappe e varie secondo quanto indicato in rosso in tabella che allego.
Chi puo' aiutare? 


Come sempre, anticipatamente ringazio


Pensiero sul nuovo Papa




ZI DE ZI - 17 FEBBRAIO 2013



PREGHIERA DI PAPA FRANCESCO


 UNA PREGHIERA PER OGNI DITO DELLA MANO

1. Il pollice è il dito più vicino a te. Inizia, così, a pregare per coloro che ti sono più vicini. Sono le persone di cui ci ricordiamo più facilmente. Prega per coloro che ami è “un dolce dovere”.

2. Il prossimo dito è l’indice. Prega per coloro che insegnano, istruiscono e curano. Ciò include i maestri, i professori, i medici e i sacerdoti. Costoro necessitano sostegno e sapienza per indicare la strada giusta agli altri. Tienili sempre presente nelle tue preghiere.

3. Il prossimo dito è il più alto. Ci ricorda i nostri leader. Pregare per il presidente, i deputati, gli impresari e i dirigenti. Queste persone dirigono il destino del nostro Paese e determinano l’opinione pubblica. Hanno bisogno di essere guidati da Dio.

4. Il quarto dito è l’anulare. Anche se molti si sorprendono, è il nostro dito più debole, te lo può confermare qualsiasi insegnante di pianoforte. Questo dito deve ricordarci di pregare per i più deboli, che hanno tanti problemi o sono prostrati a causa di malattia. Essi hanno bisogno delle tue preghiere di giorno e di notte. Non saranno mai troppe le preghiere che farai per loro. Questo dito deve anche ricordarci di pregare per i matrimoni.

5. L’ultimo dito è il mignolo, il più piccolo delle dita. E’ così che dobbiamo vederci di fronte a Dio e di fronte agli altri. Come dice la Bibbia “Gli ultimi saranno i primi”. Il mignolo deve ricordarti di pregare per te. Quando avrai pregato per gli altri quattro gruppi vedrai le tue necessità nella giusta prospettiva e potrai pregare meglio per ciò di cui hai bisogno.